SCUOLE PER CRESCERE
Voglio raccontare lo stupore e la felicità che ho provato durante una giornata di supplenza, nello scorso mese di aprile, in una scuola secondaria di primo grado della nostra città, l'istituto Darsena di via Aquileia. Per qualche giorno in classe ho avuto la possibilità di familiarizzare con lo schema delle dinamiche relazionali, una delicata ragnatela di emozioni che moltiplicando gli impulsi di reattività non ancora del tutto ri-conosciuti e controllati dallo studente, rispondono semplicemente al binomio di azione-reazione. Il grado di resilienza dimostrato solo da alcuni ragazzi è così sintomatico di una generale e generalizzata assenza di una consapevole costruzione del Sé, amorevole e doveroso compito che un genitore deve riuscire ad assolvere al pari della preoccupazione per la corretta crescita del corpo o dell'intelletto del proprio figlio. Ma una mattina, durante le due ore di CorpoGiochi, ho assistito allo sciogliersi e al trasformarsi dei granitici e gelidi icerberg (cioè di chi si era precedentemente contraddistinto per atteggiamenti di superiorità o di eccessiva “passività” nei confronti degli altri) in preziose riserve d'acqua che alimentano le rigogliose oasi nel viaggio della nostra vita. Tali oasi sono straordinarie tappe nella crescita dei nostri ragazzi, fortunatamente proposte anche nelle scuole, perché ci si è convinti della necessità di dover educare la nostra emotività per potersi relazionare fluidamente col mondo. In due ore ho assistito ad uno spettacolo accelerato dello sviluppo dell'emotività attraverso poche ed essenziali fasi di riconoscimento e padronanza del proprio corpo e della propria mente, il tutto stimolando corpi che a poco a poco si animavano di una nuova linfa vitale pronti a lasciare a terra i vecchi bozzoli e volare via, con nuove ali - come giovani farfalle. In poco meno di due ore, ho constatato un cambiamento nella struttura della stratificazione emotiva dei ragazzi, una trasformazione che non avrei mai potuto, prima di allora, credere possibile in così poco tempo. Il tutto attraverso un sottofondo musicale e la sola guida vocale e gestuale di Monica Francia che sapientemente innalzava i pilastri portanti della dimora del Sé. I ragazzi sono usciti dalla palestra con passi diversi, più sicuri e consapevoli dei loro strumenti di controllo sulla loro parte emotiva, più sereni ma soprattutto interiormente molto più potenti. Complimenti a Monica, al suo team e alla scuola, che hanno permesso questo grande spettacolo della vita.
Luisa Galeotti